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Rionero in Vulture

L'abitato si sviluppa su due collinette, a 656 m.s.m., con i rioni Costa e Piano Cantine o Calvario, insieme al primo nucleo abitato del rione Morti. Centro agricolo e commerciale, con buona vocazione industriale, gode di una ottima posizione geografico-turistica, essendo uno dei migliori punti di accesso al monte Vulture, un antico vulcano spento da epoca preistorica.
Nel territorio vi sono i resti di un acquedotto romano, sulla fiumara di Ripacandida, nei pressi dell'abitato.
Nel 1152 le fonti citano una "Santa Maria de Rivo Nigro", feudo del vescovo di Rapolla, nel 1277 un documento angioino parla di una "Universitas Rivinigri"; nel 1316, quando Giovanni II Caracciolo accorda esenzioni ed immunità per la nuova Atella, l'abitato di Rionero viene totalmente abbandonato. Nel 1533 la cittadina torna ad essere abitata da contadini discendenti dalle popolazioni albanesi immigrate a Melfi nel 1464.
Nel 1648 appare fra le Università del Regno di Napoli. Fino al 1627 vi si professa il cristianesimo di rito greco; fu quasi rasa al suolo dal terremoto del 1694; riedificata dai Caracciolo di Torella fu tenuta da questi fino all'eversione della feudalità.
Fra il 1740 ed il 1800 vengono costruiti i palazzi signorili dei Corona, Granata, Rotondo, Giannattasio, Catenacci, Fortunato e Catena; quindi, nel XIX secolo, si ebbe una notevole trasformazione urbanistica con considerevoli sostituzioni edilizie, sia da parte dei ceti abbienti che dalle classi povere.
Nel 1799 partecipa ai moti repubblicani e, nei primi decenni del XIX secolo, vi si svolgono agitazioni contadine. Nel 1860 diviene un importante centro legittimista con i Fortunato; l'anno successivo Giuseppe d'Errico, con la Guardia Nazionale, impedisce l'occupazione del paese da parte delle bande del brigante Carmine Donatello detto "Crocco".
Subisce danni nei terremoti del Vulture degli anni 1851,1857 e 1930. Ha dato i natali a Luigi Granata, matematico, economista e patriota, giustiziato a Napoli nel 1799; ai due Giustino Fortunato: il primo uomo politico del Regno di Napoli (1777- 1841), il secondo studioso della questione meridionale (1841-1932) ed a Carmine Donatello detto "Crocco" (1830-1905) capo delle bande dei briganti legittimisti dopo l'unità.

Autore: Testo tratto da "Itinerari di Federico II " A. Borghini, 2000

 

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